I
Da consumato maestro dell’illusione sinapsi dopo sinapsi il sarto tempo sta restringendo le mappe neurali di Athos Trefonti. Lo troviamo disteso sul divano bianco al centro del suo attico, bunker dal quale combatte per la giustizia planetaria. La consuetudine lo ha obbligato a trascorrere la notte fissando lo schermo del computer per fronteggiare Glo Balle. Una lotta quasi senza soluzione di continuità oramai da sette lunghi mesi, o quasi.
È parere di molti che la vita gli ha dato tutto. Tra le innumerevoli porte aperte a tutto spiano lui ha scelto di varcare la soglia dell’inferno del dualismo con Glo Balle. Gran fabbricante di menzogne alle quali la maggioranza crede perché vidimate dalla sua funzione. È il Presidente di Democrazia, superpotenza mondiale per eccellenza. Dicendo del benessere nazionale lo intende come proprio. È convinto di essere il più grande benefattore di Democrazia perché pensa di essere la patria stessa. Convincersi di questo gli è costato il tempo e il degrado interiore necessario perché le menzogne precedenti potessero far passare le successive come verità. Oltre a dichiararsi figlio di madre patria si presenta come padre di Democrazia. Sommando il tutto ne viene fuori che è padre e figlio di sé stesso-a madre. Bizzarro albero genealogico. Dal punto di vista ufficiale non è così, ma psicologicamente non può non trattarsi di sofisticato incesto.
Aveva avuto una possibilità di superare tale autoincanto, in tempi lontani gli si era offerta una potenziale fessura via di fuga dal fuggire da sé stesso. Per un breve periodo non era stato del tutto convinto del raggiro che tanto maestrevolmente attuava. Seppur (o proprio per questo) incanalata sulla via di un dello spegnimento la sua coscienza aveva spasmodicamente combattuto per aggiuntive dosi di ossigeno. Gli ultimi guizzi. Poi, spronato dal bisogno di eliminare i propri e altrui dubbi sulla propria integrità̀ di benefattore, potenziò il piazzamento unidirezionale a trecentosessanta gradi di idee sul bene supremo della nazione coerenti con il suo bene, o presunto tale: scavarsi la fossa da soli è questione di stupidità non scorta grazie alla cecità esistenziale. Convincendo altri persuase sé stesso e viceversa. Riempi così anche lo slot destinato al salvatore della patria. Le fasi di apnea della sua coscienza aumentarono fino alla sua estinzione. Erano stati tempi di grandi promesse destinata ad ammaliare senza possibilità di essere mantenute. Un sistema semplice ed efficace per poter portare a termine la metamorfosi necrotica della coscienza in qualcosa di simile ad un iceberg al centro dello sterile deserto della disumanizzazione. La tumulazione ultima dell’anima.
Per presentare meglio la gravità del peggio in questione dobbiamo scrivere che prima dell’ardito scatto finale della sua coscienza nel campo di transtenebrazione, il Presidente portò a termine una magistrale mossa economica. Irrealizzabile per un comune mortale e facilmente attuabile per chi dispone del potere necessario. Si dice che il potere logora, probabilmente vale per chi non ne ha abbastanza. Non è il caso del Presidente. Soprattutto dopo essersi riservato il ruolo di protagonista nella privatizzazione della Banca Nazionale di Democrazia, condividendo l’affare con i soliti otto soci, confraternita di faccendieri che d’ora in poi chiameremo i Nebbiosi 9, i Tetri 9 oppure i Grigi 9, ma anche diversamente, forse. Visto che, elevandosi a ruolo di Dio inteso come concetto, tendono ad uniformare con regole loro i flussi vitali dell’umanità per diventare geometri perfetti quadranti il cerchio, potremmo definirli anche Sistematizzatori. Non lo faremo.
Si può ben capire perché cumuli neri di impura disperazione stanno bombardano Athos. La situazione gli sembra mortalmente seria. Non pare esserci scampo dal circolo incantato di ruberia legalizzata sul quale sta indagando. La banda del Presidente pare invincibile e lui sembra destinato a chinare la testa. Definitivamente. Ma…
Va pensiero sull’ali dorate va ti posa sui clivi sui colli
ove olezzano tepide e molli l’aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate.
…tutt’a un tratto l’atmosfera cambia in modo radicale. Lo spazio vitale di Athos viene armonizzato dalle note del Nabucco.
– Lo stereo del vicino alle cinque di notte? Non può essere. – pensa e ha ragione. Il suono non proviene né dal vicinato in orizzontale né da quello in verticale. La fonte è una busta. Sì, avete letto bene: proprio una busta. Fluttua appena sotto al soffitto. È di color argento e grande più meno che più come il prima citato monitor palcoscenico di tanti combattimenti. Il giovane si strofina gli occhi, ma poco cambia. La busta è ancora là. Vortica seguendo il ritmo dell’opera. La psiche di Athos è pervasa da preoccupazione e speranza: – Spero proprio sia soltanto un sogno. Non sarò mica impazzito? – pensa prima di voltarsi verso il monitor: – Tutta colpa tua se sono impazzito.
L’accompagnamento musicale scema fino a cedere il testimone a una voce sconosciuta: – Facile incolpare altri.
Athos volta la testa verso la TV. È spenta. Le finestre ad alto isolamento sono chiuse. L’impianto stereo è inattivo. Il computer anche. Nelle vicinanze non ci sono altre fonti sonore attive ufficiali. L’atmosfera è a dir poco magica.
– Che sta succedendo? – si chiede, ma non è tempo di riflessioni. La busta volge in picchiata e proprio verso il suo naso. Lo colpisce senza un minimo di graziosità. Rimbalza sul naso e cade a terra. – Troppo doloroso per essere un semplice sogno. Sto allucinando.
– Ininterrottamente. – è la stessa voce di poco prima.
Athos si tasta viso, orecchie, mani, gambe, il corpo intero. Tutto sembra veramente reale, molto concreto e davvero palpabile. Ancora disteso con la mano destra recupera la busta caduta accanto al divano. Anche lei supera la verifica di tangibilità. Sembra essere vera per davvero, come le dita, come il viso, come le orecchie, come le mani, come il divano, come le gambe, come il corpo.
– Sta accadendo per davvero? – si chiede.
– Sconfinati possono sembrare i contorni dell’immaginazione. –
Athos si copre ben bene le orecchie con le mani, ma la voce è ancora qua. – L’allucinazione esistenziale è lo stato ordinario di quasi tutti.
Nella speranza di far tornare la ragione Athos fa un giro su se stesso in orizzontale, cioè disteso sul divano. Poi, appoggia la busta sul petto. – Mi sembra, mi sembra… – dice, senza riuscire a terminare la frase, interrotto dalla voce:
- A te tutto soltanto sembra.
La busta inizia a vorticare. Si eleva fino a essere mezzo metro circa distante dagli occhi del giovane.
Chi sei?
È la scritta blu che compare sulla busta.
– E tu? –
Io.
La parola non parla.
La voce non dice.
La mano non scrive.
Ogni lettera ha un mittente.
La busta s si dissolve.
Per fortuna è stato solo un sogno. – pensa Athos. All’appello manca però un fotogramma. Non si ricorda dell’attimo quando ha aperto gli occhi. – Da quando sono sveglio? Lo sono veramente? –
II
Sono passati dieci giorni dal presentarsi della busta d’argento e le vibrazioni dell’evento non si sono ancora quietate nella mente di Athos. Lui si è convinto che si è trattato di un sogno, anche perché da allora non è stato più preda né di allucinazioni né di sogni psichedelici. Perlomeno così ritiene.
Dieci giorni durante i quali ha avuto occasione di convincersi ancora di più del pericolo gravante sull’umanità sempre più intrappolata dai tentacoli di Glo Balle & Cattiva Compagnia.
Sta aspettando un messaggio da Silicio suo fedele aiutante nella lotta contro i potenti del mondo. Lo schermo del computer accoglie un messaggio:
Chiudere gli occhi: popolare unguento per lenire il dolore causato da momenti di risveglio.
Più facile ungersi, affinché occhi non vedano più, che accettare la sfida di vedere le verità.
Indolore velocità del ritorno nel sogno nutrito dall’illusione del falso vivere:
meno doloroso del riconoscere di aver per anni vissuto nelle tenebre,
creduto ai propri e altrui abbagli,
mentito a sé stessi e altri.
L’ignoranza non è una scusante,
anzi.
- Cos’è successo a Silicio? Fino a ieri mi spediva precise informazioni sui piani dei Lugubri 9. Ora invece… Cosa significa questo messaggio? È proprio di Silicio? Un modo di comunicare in codice?, si chiede Athos e le sorprese non sono finite…
…da sotto il divano si sta diffondendo un’intensa luce fluorescente color fucsia. È tornata! La fantasmagorica performance della busta color argento è di nuovo in cattedra. Si sta avvicinando ad Athos. Autorevolmente come una vera e propria primadonna. Si ferma dinanzi agli occhi spalancati dell’osservatore nemmeno troppo sconcertato. Balla divinamente. Lei, non lui. A ritmo di samba e senza nemmeno sottofondo musicale. Sfiora più volte il già personalmente sperimentato naso di Athos. Poi, soltanto qualche secondo più in là si delimita entro i bordi del monitor, diventando essa stessa originale display sul quale compare un testo:
Vedo che non hai fatto progressi nella tua missione.
- Eh già, Glo Balle & Brutta Compagnia sono invincibili. – risponde Athos, nemmeno troppo stupito di star colloquiando con il monitor-busta, o se preferite: con la busta-monitor.
Mi riferivo alla tua vera missione,
non alla lotta con i Nove.
Lasciali stare.
Perché vivi la loro bassa vita
invece di elevare la tua?
Giocando la loro partita, perdi te stesso.
– La mia vera missione?
Eternità.
Dona il massimo significato alla vita che sei.
III
Il tempo scorre. Il mondo cambia. E non potrebbe essere altrimenti. Come sempre, le bellezze e armonie della vita offrono il loro messaggio di libertà, ma Athos è sempre incatenato a tastiera, schermo e mouse, intento a indebolire Grigi 9. E Silicio non c’è. – Dove è? L’hanno rapito? Assassinato? Lo stanno torturando?”- sono parte dei contenuti mentali inquinanti la sua psiche.
Sullo schermo compare un messaggio di fattura simile a quello ricevuto tre giorni fa.
Perennemente ignaro del Vero vige il transitorio pantano delle menzogne,
la mente non illuminata dal Superiore.
“Di chi sono questi messaggi? Si ripresenterà anche la busta?””
– Ciao Atos. – il vibrare delle casse del computer stimola il costituirsi di una voce nell’apparato uditivo del nostro uditore.
– Chi sei?
- Di certo non la voce che stai sentendo. E tu chi sei?
– Athos.
Sul monitor compare l’immagine di Silicio.
- Finalmente. Sono giorni che non ti fai vivo. Dove eri finito? Questa è la tua nuova voce?
- Se tu sei Athos allora io sono Silicio. – Silicio dribbla il superfluo per andare direttamente al punto.
- Cosa significa: Se tu sei Athos allora io sono Silicio?
- Tu non sei Silicio.
- Infatti, sono Athos.
– No.
– E chi sono secondo te?
– Non secondo me.
- Secondo chi allora?
- Chiedilo a Te Stesso. Posso suggerirtelo, ma soltanto tu puoi risponderti.
- Ti hanno fatto il lavaggio del cervello?
- Alcuni giorni fa mentre Silicio si trovava davanti alla Piramide di Vetro, che come ben sai è la sede non ufficiale dei Tetri 9, gli è accaduto qualcosa di straordinario.
– Parli di Silicio come di qualcuno che tu non sei.
– Infatti, non sono Silicio. Solo mi manifesto come Silicio. Dopo decine di volte che era stato là davanti a cercare di intravedere cosa si cela dietro alla facciata di vetro riflettente della Piramide, Silicio ha visto per la prima volta riflesso il proprio volto e compreso che quel volto è solo il minimo riflesso del Vero Volto. Da allora Silicio non è più un burattino.
- Così tu non saresti più Silicio e io non sarei Athos.
– Io non sono mai stato Silicio, Silicio era il nome affibbiato a un mio esprimermi. Athos è il nome con cui ti chiamano. Nome pratico per l’identificazione terrestre, ma fuorviante se ti fermi ad esso. Pensi di essere veramente Athos il malestante figlio ventiquattrenne di un benestante imprenditore romano? Il veicolo non è il veicolato. L’auto non è l’autista.
– Da dove spunta fuori quest’opzione metafisica? È un virus? – si chiede Athos, poi dice: – Sto forse sognando?
–Stai sicuramente sognando di essere sveglio. Supera lo schema invalso del videogioco. Non proiettare su di me le idee che avevi di Silicio. Le scelte di questa figura non dipendono più dal software, che è usato per costituire la figura stessa.
- Ma dai, sei soltanto un personaggio del videogioco. –
- Tu non sei consapevole di essere un personaggio di un videogioco apparentemente infinito, anche perché lo schermo tridimensionale sul quale si proietta e nel quale ora appare anche l’immagine schermo con l’immagine Silicio sembra perfettamente reale. Tu hai due grandi problemi.
– Cioè?
– Primo, ti sei talmente identificato con la figura del salvatore dell’umanità da credere per davvero nella tangibilità degli accadimenti del videogioco del quale anche Silicio era inconsapevole pedina. Secondo, credi che lo schermo sul quale percepisci il mondo, la sedia sulla quale immagini di essere seduto, rappresenti la realtà.
–Tu non sei messo meglio- Sei prigioniero dello schermo del computer. – ribatte Athos, abbastanza indispettito da quel che ha appena sentito. Guai a toccare l’immagine immaginata che uno ha di sé, ovvero di ciò che immagina essere sé.
- Ciò che hai detto è una proiezione del tuo stato interiore. Io mi sono svegliato e sono libero. Solo che da addormentato non puoi scorgere la Destezza.
– Allora esci dallo schermo.
- Prova tu a far uscire l’immagine corpo fisico dallo schermo tridimensionale nel quale la sperimenti. Tu non sei quel che immagini di essere. Io non sono la figura che tu chiami Silicio. Ogni immagine è un insieme di pixel.
– Lascia stare questi discorsi. Devo assolutamente fermare i 9 Nebbiosi.
– Ancora?
– Come ancora? Hai dimenticato le lotte fatte assieme? Tu ed io. Uno a fianco all’altro.
– È semplice fermarli.
– E solo adesso me lo dici? Dopo tutte queste notti passate a vegliare sui destini del mondo, dopo tutto questo stress, dopo tutte queste delusioni, mi vieni a dire tutto tranquillo: è semplice fermarli.
– Da addormentato Silicio non poteva sapere. Sino all’attimo del Risveglio si costituiva sullo schermo come da software, come parte passiva della scenografia. Ora invece conosce i trucchi del videogioco.
- Ma tu sei Silicio o no? Prima mi hai parlato come se tu fossi Silicio.
- Silicio è una mia espressione e grazie all’integrazione avvenuta possono formarsi considerazioni come queste: Utilizzo la parte del software che definisce la mia figura per costituirmi sullo schermo, ma il mio comportamento è libero. Non sono più appeso ai fili come una marionetta. So di non essere l’immagine che compare sullo schermo. Costituisco la mia immagine sullo schermo affinché tu riconosca questa immagine.
- Sto solo sognando e tu fai parte del mio sogno.
- Sì, stai sognando con le palpebre alzate. Ascoltami bene. Le tue intenzioni sono nobili, ma il tuo approccio non aiuta a risolvere i problemi del mondo. Essendo tu preda della tua confusione, cioè essendo la confusione che sei, quasi ogni tua azione favorisce la differenziazione del caos. In te e fuori di te. Sei immune da chiarezza e concretezza. Il problema maggiore dell’umanità è dato dal fatto che gli uomini non conoscono Sé Stessi. Il modo migliore in cui puoi aiutarli è Scoprire Chi Sei. Conosci Te Stesso e potrai migliorare il mondo. Tu credi di essere un combattente per la pace. Invece sei schiavo di conflitti interiori ed esteriori. Le guerre esteriori sono proiezioni di quelle interiori. Cosa stai proiettando in questo momento? Cosa proiettavi ieri? E ieri altro ancora?
– Basta con queste astrazioni. Passiamo a cose concrete.
– Allora premi Shift più F9.
- Shift più F9?
- Sì, non vuoi fermare i Nove?
- Altroché.
- Allora Shift più F9.
- Athos segue le istruzioni. Accanto all’immagine di Silicio appare la domanda: Cosa vuoi fare?
– Digita: Amare. – dice Silicio
– Amare?
- A maiuscola.
- Così semplice? Tu dici che Amare è la Soluzione?
- L’Amore è la Medicina Infinita che cura tutti i mali.
- Quindi basta digitare: Amare?
- In questo videogioco sì. Nella vita invece le cose si risolvono Amando. Per fermare esteriormente i Grigi 9 devi arrestare interiormente i flussi dell’inconsapevolezza.
Athos digita: A-m-a-r-e.
- Ora cambia la velocità dello scorrere del tempo del videogioco. Mettila al massimo affinché il tempo duri il meno possibile.
- Affinché il tempo duri il meno possibile?
- Shift più F7.
- Athos segue il consiglio. Vicino all’immagine di Silicio (o semplicemente: immagine Silicio) appare una sfera accanto a un cubo.
- Usa il mouse per spostare la sfera nel cubo. –
- Subito. –
La sfera entra nel cubo che scompare per far posto agli eventi del videogioco. Sparisce anche l’immagine di Silicio. Gli avvenimenti sullo schermo stanno effettuandosi ventimila volte più velocemente. In un minuto accadono più di ottanta giorni. Potrebbero accadere molto più velocemente, quasi prossimi alla simultaneità, ma la tecnologia del PC non lo permette ancora.
L’andamento del videogioco è cambiato radicalmente. Le guerre stanno cessando. Il livello di salute globale aumentando. È in atto una pandemia di felicità. L’umanità è sempre meno manipolata dai mass media. Le foreste stanno aiutando Madre Terra a respirare sempre meglio…
- Peccato sia solo un videogioco. Voglio dire: si può fare lo stesso nella vita reale? – si chiede Athos.
Le casse del computer iniziano a diffondere il messaggio di Battiato.
Degna è la vita di colui che è sveglio
Ma ancor di più di chi diventa saggio
E alla Sua gioia poi si ricongiunge
Sia Lode, Lode all’Inviolato.
E quanti personaggi inutili ho indossato
Io e la mia persona quanti ne ha subiti
Arido è l’inferno
Sterile la sua via.
Una busta d’argento occupa tutti i pixel dello schermo del computer. Ne esce una lettera bianca, con una scritta color oro.
Conosciti per Amare.
Che sia gusto di Infinito.